Davide Finco recensisce “La lunghissima notte di Portospada” sull’ultimo numero di “LG Argomenti”:
«La vita tranquilla e un po’ fiabesca dell’Isola Sterula, nell’Arcipelago dei Quattro Giorni, sta per essere sconvolta dal ritorno del feroce pirata, quasi centenario, Nero de la Loah, assetato di vendetta e di potere.
Ma tutto ha inizio con lo smarrimento della gatta Mela da parte del fioraio Giglio Terraferma, segretamente innamorato di Vanessa Soleggiati. Le operazioni di ricerca del felino coinvolgono in maniera imprevista e un po’ stucchevole tutta la popolazione di Portospada, capoluogo dell’isola, dando inizio a un’inattesa avventura piratesca. Mentre di giorno in giorno le ore di luce diminuiscono senza che si capisca perché ciò accada. La cronaca degli eventi ci è raccontata anni dopo dal giornalista Biagio del Mare che, sedicenne, aveva vissuto in prima persona molti degli avvenimenti e il cui ruolo sarà fondamentale nella lotta al malvagio pirata, alla sua combriccola sgangherata e fedelissima, e alla sua grande spasimante, la stregona Jais. Ma non sarà così facile: occorrerà l’aiuto del cartografo Giacomo Ognimondo, del Maestro di Stregoneria Ignazio Quantici e di tanti altri personaggi agguerriti, buffi e a volte improbabili.
Paolo Valentino tesse una trama appassionante presentandoci un mondo incantato eppure così reale e ricreando un’atmosfera magica che fa da degno sfondo alla celebrazione della magia quale metafora degli antichi saperi, vitali e solo apparentemente ingenui, connessi alla conoscenza della natura.
Avvolgendo con sapienza il lettore nel ritmo delle digressioni, dei dialoghi, delle decisioni e delle azioni, con una buona dose di gusto fantastico per i dettagli, di ironia affettuosa verso i propri personaggi e di una piacevole leggerezza, propone una storia tra il romanzo d’avventura, la favola morale e la narrazione investigativa; ma anche una vicenda molto attuale, fuor di metafora, nell’ammonirci a non sottovalutare i pericoli passati, la loro possibilità di tornare e la stessa minaccia costituita dall’abbandonarsi alle manie e alla superficialità.»
(da “LG Argomenti” 2013, nn. 2-3-4 – Leggi QUI l’intero numero)